APPROFONDIMENTI

Ecobonus 110% – Come agire

Ecobonus 110%

Ecobonus 110% – Come agire

presente nel Decreto Rilancio, in questo articolo vedremo quali sono i passi che devono essere compiuti, per fruirne.

I 5 passi da seguire

L’Ecobonus 110% è certamente un ottimo strumento, sia per il rilancio dell’economia, sia per per abbattere in consumo energetico a livello nazionale. Per poterne fruire è fondamentale seguire i 5 passaggi che vi riporto di seguito:
1) Deve essere assegnato incarico al progettista, che faccia i rilievi metrici e materici sull’edificio e realizzi il modello per il calcolo termico dell’intero edificio. Questo primo passaggio è fondamentale, perché va riscontrato con assoluta certezza che con l’intervento progettato siano raggiungibili i requisiti prescritti dalla norma. In caso contrario, una volta eseguiti i lavori, non si avrà accesso all’Ecobonus 110%. L’incarico è opportuno darlo al tecnico che segue l’intero progetto di trasformazione. La figura più adatta in questo caso è senza dubbio quella dell’ingegnere, che oltre alle competenze specifiche, deve essere in possesso anche della necessaria esperienza professionale, per gestire la complessità insita in questo tipo di progetti. Infatti le attività tecniche non sono poche: rilievo metrico e materico di tutto l’immobile (necessarie anche al calcolo della classe energetica di partenza), progetto di tutte le opere, compreso il calcolo della classe energetica di partenza, conduzione di tutto il progetto a compimento e, una volta concluso l’intero intervento, chiusura di tutti gli aspetti formali, tra cui le certificazioni degli impianti realizzati, il calcolo della nuova classe energetica raggiunta e la redazione e trasmissione all’Enea della pratica complessiva. Inoltre vanno compiute tutte le prescrizioni di legge nel campo della sicurezza nei cantieri edili, di cui al testo unico coordinato 81/2008.
Va anche detto chiaramente che il primo lavoro che deve fare il progettista è verificare che l’intervento possa essere condotto in termini di Ecobonus, ossia che siano rispettati una serie di requisiti circa il fabbricato e soprattutto che sia possibile realizzare un intervento che consenta il salto di due classi energetiche. In questo primo passaggio inoltre, qualora il proprietario abbia comodità di avvalersi dello sconto in fattura e quindi cessione del credito all’impresa, devono anche essere compiute tutte le verifiche che sarebbero poi compiuti dai commercialisti e dai tecnici che in banca istruirebbero la stessa pratica. Questo passaggio è detto “istruttoria preliminare“, al quale abbiamo dedicato un articolo di approfondimento.
2) Deve essere fatta pratica edilizia ed altri adempimenti amministrativi. La pratica edilizia la redige il tecnico incaricato, ma altri sono in capo ai proprietari, come ad esempio, eventuali assemblee di condominio. Queste devono essere compiute prima dell’inizio dei lavori. Vista la finestra temporale ristretta, è opportuno farle in tempi brevi, per non rischiare di perdere l’Ecobonus 110%.
Va anche detto che la pratica edilizia ha necessità dei passaggi da compiersi nel corso dell’istruttoria preliminare, perché prima di iniziare la fase di progettazione è sempre necessario compiere l’accesso agli atti, per verificare lo stato della pratica in comune, in modo da poter sia prendere atto di eventuali difformità formali o sostanziali, sia eventualmente programmare ulteriori interventi a completamento della pratica complessiva.
3) Deve essere incaricata una impresa qualificata. Per la selezione dell’impresa o imprese (a seconda del tipo di interventi programmati) è assolutamente opportuno che si seguano le indicazioni del tecnico. In questo settore non è raro imbattersi in imprese non qualificate che si propongono per realizzare impianti o altri interventi. Dovrà essere il tecnico incaricato della progettazione complessiva e della gestione della Sicurezza nei Cantieri Edili, a verificare l’idoneità delle imprese invitate, per esempio chiedendo una visura camerale e il documento di regolarità contributiva (DURC). Il rischio è enorme, perché se l’impresa non fosse qualificata a realizzare per esempio impianti, se non verificato prima dell’affidamento dell’incarico, emergerebbe a cose fatte, con l’impossibilità di ottenere la dichiarazione di conformità per gli impianti realizzati e questo potrebbe rendere non detraibile il costo di quegli impianti. Va anche detto che giurisprudenza consolidata ha chiarito che senza la dichiarazione di conformità il cliente è giustificato e non pagare gli impianti realizzati. Questa sarebbe comunque magra consolazione e certamente una complicazione indesiderata. 
4) Il tecnico che gestisce l’intervento complessivo è opportuno abbia tutti gli incarichi tecnici necessari: progettazione, direzione dei lavori, responsabile dei lavori, coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione. Certamente è meglio riunire gli incarichi in una unica figura, perché questo accresce il potere sinergico delle diverse figure e le procedure sono semplificate. Va sottolineato che il ruolo di Responsabile dei Lavori deve assolutamente essere affidato al tecnico, perché in caso contrario alcuni adempimenti importanti rimangono in capo al cliente / committente, che è all’oscuro di tutto.
5) Completati i lavori come da calcoli di progetto, il tecnico redige le pratiche finali e rende quindi materialmente disponibile la detrazione fiscale caratteristica dell’Ecobonus 110%. Consiglio vivamente di dare incarico solo a professionisti che abbiano competenze in questo tipo di pratiche, per poter avere la consulenza costante del tecnico in tutta la fase del progetto di trasformazione.

I due errori da non fare assolutamente

Finora vi ho esposto il “cosa fare“. Per chiarezza, ritengo sia opportuno marcare in modo netto cosa non fare, ossia quali errori comuni non compiere assolutamente. Il rischio è enorme, perché sbagliando qualche passaggio, si rischia di compromettere la detraibilità delle somme dapprima valutate, ed in pratica spendere più di quanto ci si possa permettere. Gli errori più comuni sono almeno i seguenti due:
  1. Chiamare prima di tutto una impresa e farsi fare un preventivo. Assolutamente sbagliato! L’impresa non ha assolutamente modo di fare un preventivo, se non è ancora fatto il progetto e se non è ancora incaricato il tecnico. E non è certo possibile far fare all’impresa la lista delle lavorazioni necessarie per raggiungere i requisiti prescritti dalla norma tecnica, semplicemente perché non ne ha le competenze per progettare.
  2. Pensare di fare alcuni interventi ed altri no. Infatti, è compito del tecnico fornire la lista delle lavorazioni necessarie per raggiungere i requisiti di progetto per l’Ecobonus 110%. Quindi il tecnico fornirà la lista degli interventi necessari ed eventualmente degli ulteriori interventi, consigliabili. Gli interventi necessari dovranno essere messi in progetto e l’esecuzione di quelli “consigliabili” potrà essere valutata con la consulenza costante del tecnico progettista.
Va detto che fra gli interventi necessari vi sono sicuramente la realizzazione del cappotto ed il cambio infissi. Ebbene, l’insieme di questi due interventi implica necessariamente allungare il davanzale sotto la finestra, quindi fare lavori edili dentro casa, per eliminare il vecchio davanzale e posare quello più lungo. In alternativa alla sostituzione del davanzale, questo potrebbe essere lavorato sul posto ed allungato incollando un pezzo dello stesso materiale; non è certamente un intervento auspicabile (perché non adeguatamente rifinito), però è un compromesso che consente di evitare lavori all’interno delle singole abitazioni.

 

Quindi, ad oggi, quali sono i passi da compiersi?

Posso dirvi sinteticamente, quanto segue:
  1. Va dato quanto prima l’incarico al tecnico che seguirà la ristrutturazione complessiva, perché può iniziare a fare i rilievi ed il progetto termico. Ad oggi, stiamo aspettando la pubblicazione  del decreto attuativo, che definirà tutti i dettagli operativi. Per questi dobbiamo quindi aspettare, anche se certamente non molto, però è opportuno iniziare quanto prima, anche per prenotare l’intervento con l’impresa.
  2. Conviene orientarsi verso un lavoro ben fatto, complessivo, ossia coibentare tutto l’immobile: pareti verticali, terrazze soprastanti, tetto e intradosso al piano pilotis (eventualmente presente). Sarà anche opportuno cambiare tutti gli infissi, se datati, e metterli nuovi, con alte prestazioni dal punto di vista termico.
  3. Conviene prenotare l’intervento ed agire in tempi brevi, perché nel decreto attuativo potrebbe essere confermata la ridotta finestra temporale per gli interventi.

Iscrizioni e riferimenti esterni

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Agenzia delle Entrate – Guida al Decreto Rilancio 2020

 

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Ingegnere progettista, specializzato in ristrutturazioni, consulente di direzione aziendale nei settori della sicurezza sul lavoro, trattamento dei dati personali. Formatore in possesso dei requisiti per l'erogazione di formazione in materia di sicurezza sul lavoro, consulente tecnico presso il tribunale di Cagliari.

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